La mia personale battaglia contro l’arbitrario consumo del suolo perpetrato ai danni dell’Italia da ogni governo, da ogni regione e da ogni comune per fare cassa, non costituirà motivo d’obbligo per leggere ancora una volta le mie tesi. Invito vivamente invece a scaricare da internet il libro “Rottama Italia” disponibile gratuitamente in pdf suhttps://dl.dropboxusercontent.com/u/25493…/RottamaItalia.pdf(Altreconomia Edizioni) per capire a quale enorme disastro la politca ci stia ancora una volta esponendo, malgrado i fatti tragici recenti e passati abbiano dimostrato che è solo l’aggressione massiccia e la mancata tutela del territorio a generare morti e distruzione ad ogni anche minimo scroscio d’acqua.
Le vignette di Sergio Staino o di Vauro, ma soprattutto i testi di sedici urbanisti, architetti, giuristi, costituzionalisti, archeologici e giornalisti spiegano con allarmante precisione come sia proprio lo Stato a giocare sulla nostra pelle e sul futuro dei nostri figli, favorendo la cementificazione selvaggia. “Il territorio non è un bene liberamente disponibile da parte del governo o di amministratori locali, ma è nella ‘proprietà collettiva demaniale’ o nella ‘superproprietà’ del popolo, a titolo di sovranità”, spiega Paolo Maddalena, già vicepresidente della Corte Costituzionale. Lo conferma Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte, già direttore della Scuola Normale superiore di Pisa ed editorialista de La Repubblica, che sottolinea come “sarà un governo nominalmente di centro-sinistra a celebrare, dopo vari tentativi andati a vuoto, il trionfo del silenzio- assenso, trasformandolo da tutela del cittadino contro l’inerzia della pubblica amministrazione in un trucco che cestina un principio fondamentale della Costituzione”.
Le conclusioni di “Rottama-Italia” le firma Carlo Petrini, fondatore di Slow Food che, provando a ripercorrere il dibattito parlamentare in corso negli ultimi anni sul tema dello stop al consumo del suolo, sostiene che “questo decreto Sblocca-Italia è così surreale e fuori dal tempo e dal luogo in cui ci troviamo a vivere, che è quasi impossibile scacciare il pensiero che a scriverlo non sia stato l’uomo della rottamazione (che però, siamo sicuri, lo ha batezzato), ma un manipolo di lobbisti disperati: quasi il risultato della clonazione del primo Tremonti, che favorì il pullulare dei capannoni oggi miseramente vuoti e abbandonati, ovunque”. E, affonda la penna Petrini, “evidentemente costoro non hanno minimamente a cuore il destino della comunità che vive in questa nostra povera Patria e soprattutto non hanno nessuna lungimiranza per il suo futuro, per la sopravvivenza dei nostri figli, per la bellezza che i loro occhi hanno il sacrosanto diritto di vedere nonostante le nostre ambizioni di produzione interna lorda!”.
Dunque se il governo vuole comunque accontentare palazzinari e imprese edili, potrebbe benissimo farlo incentivando la riqualificazione dell’esistente, che è, come si dice oggi, “tanta roba”. Ma continuare a cementificare, a detrimento dell’ambiente, dell’agricoltura, dell’ecosistema, è la più miope delle politiche. Ed è ora che tutti diciamo BASTA.