La Romagna vanta tre vini D.O.C. dalla tradizione antica e dal sapore inconfondibile: Sangiovese, Albana e Trebbiano di Romagna.
Il clima mite e la varietà del territorio, con i caratteristici calanchi, hanno favorito nei secoli la coltura della vite e la produzione di vini già celebrati in epoca romana.
La terra romagnola è la culla ideale per molti vitigni: il terreno calcareo tipico dei colli dona ai vini bianchi particolare profumo e morbidezza, mentre il buon drenaggio delle acque dà origine ai grappoli particolarmente zuccherini delle uve del Sangiovese.
I vini di Romagna sono in genere secchi e dolci, schietti come il carattere della gente che li coltiva; e i Romagnoli sono legatissimi alla loro tradizione vinicola, amanti della convivialità e del buon vino al punto che “bè”, bere in dialetto romagnolo, vuol dire proprio “vino”.
Il Sangiovese è il più noto, nativo dei colli romagnoli. Armonico, fruttato nelle versioni giovani e lievemente speziato nella versione Riserva, accompagna in modo eccellente i saporiti piatti di carne della cucina romagnola.
L’Albana è prodotto esclusivamente nel territorio regionale e vanta l’illustre certificazione D.O.C.G. Delicato e fruttato, strappò il plauso dell’imperatrice Galla Placidia che lo dichiarò degno di essere “bevuto in oro”.
Il Trebbiano, piacevolmente fresco, è il trebulanus dei legionari romani, ricordato da Plinio nella sua “Storia Naturale” e bevuto alle mense nobiliari fin dal medioevo; un vino leggero, dai sentori floreali, un classico in abbinamento con il formaggio squaquerone.
Il Sangiovese è il vino simbolo della tradizione romagnola, il più noto, il primo in Romagna ad ottenere, nel 1967, il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata.
Le sue origini risalgono almeno alla civiltà etrusca e il suo nome deriva probabilmente dall’antica denominazione “Sangue di Giove”; un’altra ipotesi è che derivi dal Monte Giove, una collina vicina a Sant’Arcangelo di Romagna.
Dal colore rosso rubino e dal profumo che ricorda ciliegie e viole, si presenta nelle varietà Novello, Superiore e nella versione Riserva, dall’aroma più speziato.
Il Sangiovese è un vino che ben si sposa ai sapori decisi della cucina romagnola: dai salumi, ai primi al ragù di carne, alle grigliate, alla cacciagione, ma anche alle castagne, che in autunno accompagnano i primi bicchieri del vino novello.
L’Albana di Romagna è stato il primo vino bianco italiano ad ottenere la certificazione D.O.C.G. (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), il riconoscimento più prestigioso per un vino.
Prodotto esclusivamente nel territorio regionale, esiste nelle versioni secco, amabile, dolce, passito e passito riserva, con un gusto che varia dal fresco sentore floreale e fruttato della versione secca alle note di miele ed albicocca del passito.
Secondo la leggenda Galla Placidia, in viaggio attraverso la Romagna, sostò per riposare in un paesino sui colli; qui le fu offerto per la prima volta l’Albana in una rustica coppa di terracotta. Quando l’assaggiò, l’imperatrice ne fu tanto entusiasta da esclamare “Non così umilmente ti si dovrebbe bere, bensì berti in oro, per rendere omaggio alla tua soavità!”
Il Trebbiano è un vino fresco e frizzante, da bere giovane, ma dalle origini molto antiche: i romani lo conoscevano già con il nome di Trebulanus, Plinio il Vecchio ne fa menzione nella sua Storia Naturale, e già dal medioevo è ricordato fra i vini serviti alla tavola delle famiglie della nobiltà italiana.
Il Trebbiano di Romagna D.O.C. è leggero, dal sapore secco e sapido e con un delicato profumo di erbe e fiori di campo; per apprezzarne al meglio le qualità andrebbe bevuto entro l’anno dalla produzione. E’ particolarmente adatto ad essere servito freddo ed è un eccellente vino da aperitivo. Il Trebbiano infatti si sposa bene con stuzzichini salati, con le insalate di mare e con i formaggi freschi; ma il connubio perfetto è con lo squaquerone, il tipico formaggio fresco romagnolo.