Il Casolare dei Segreti, un poker di fratelli attorno a mamma Giannina
In provincia di Macerata, è quasi un pezzo di Toscana quello che circonda la cittadella di Treia, e qualche collinetta più in là il ristorante del Casolare dei Segreti. Domina una sinuosità marina fatta di balze verdi, con la piscina, le siepi fiorite, la chiesetta consacrata; si dice anzi che questo edificio fungesse anticamente da torretta di avvistamento per la rocca. Uno scenario romantico per banchetti, feste e soprattutto matrimoni, ma anche per una semplice cenetta, con o senza lume di candela.
La famiglia Lucamarini vi si è trasferita nel 2000, avviando una ristrutturazione radicale che ha tutti i connotati del restauro. Pavimenti in cotto, pareti in pietra viva, spazi vasti ma caldi: il microcosmo del casolare ruota attorno ai piatti di mamma Giannina, la tradizione marchigiana sotto forma di ancestrali ricette femminili.
Già cuoca dell’Osteria dei Segreti di Appignano, il locale avviato dai Lucamarini nel 1984 dopo un paio di punti di ristoro consacrati alle merende musicali (davvero lunga la strada percorsa, si direbbe quasi un casolare dei sogni…), Giannina si definisce autodidatta, ma sarebbe più corretto considerarla allieva di una grande scuola orale e casereccia, quella delle cuciniere di campagna. Robuste massaie abituate a sfamare la piazza esigente delle feste contadine, con ricette tramandate di madre in figlia e una ferrea organizzazione di brigata. Qualche esempio? Sicuramente i cargiù, generosi ravioloni ripieni di ricotta e spinaci da condire con il ragù rosso della mietitura, preparato con un’oca intera. Giannina li confeziona ancora come sua madre Giuditta: sono il climax di una passione personale per le paste fresche, porzione del menù su cui regna sovrana.
Negli altri comparti si fa avvertire la presenza di un manipolo di giovani cuochi di talento, che hanno innestato la professionalità maturata all’alberghiero sul robusto piede delle radici popolari. Stiamo parlando soprattutto di Riccardo Micozzi, che segue buona parte dei secondi. Qui il pesce non fa neppure capolino: siamo nella patria di carni memorabili, fra bovini marchigiani, cacciagione e agnelli di Fabriano
Le proposte sono tutte stagionali. Sei gli antipasti, dai salumi misti di Beniamino Papa (8 euro) al patè di fegatini di pollo con confettura di cipolle rosse e pan brioche (come mancarlo a 7 euro?), alla crema di finocchi arrostiti con bocconcini di pollo all’anice per i clienti più curiosi (7 euro). Unico pesce presente il baccalà, sotto forma di sfiziose polpette con la zucca (8,50 euro) o servito classicamente con la polenta (9 euro). Le alternative fra i primi? Nostalgiche zuppe di legumi (9 euro), orzo perlato con la scamorza di Norcia e il radicchio (9 euro) oppure ravioli con capriolo e funghi chiodini (finalmente la cacciagione, a 9 euro). I secondi sono cinque inni alle carni autoctone, dalla succulenta tagliata di razza marchigiana (14 euro) all’intenso cinghiale stufato nel mosto con purea di mele cotogne (13 euro). Cinque anche i dessert, con spunti creativi come la crostatina all’ananas e rosmarino con crema al Varnelli (5 euro) e il millefoglie con liquirizia, cardamomo e olio alla vaniglia (5 euro). Ma attorno alla cucina di Giannina ruotano i satelliti dei quattro fratelli Lucamarini, impegnati nel ristorante in vesti diverse e complementari. Tanto per cominciare ci sono Luca e Monaldo (come il papà di Giacomo Leopardi), che curano l’amministrazione e il management; Marco dirige la sala e Mirco segue la cantina. A svezzarlo a suon di grandi Bordeaux e verticali di Château d’Yquem è stato Lucio Pompili; una passione che poi ha approfondito sui libri e per cantine, coltivata anche in veste di gastronomo scrittore. La sua è una carta dei vini che punta sui piccoli produttori appassionati piuttosto che sui grandi blasoni. La cucina è solida, lo scenario bucolico, il rapporto qualità/prezzi da guinness dei primati (un pasto medio, vini esclusi, costa 35 euro). Per quanti il giorno dopo vogliano svegliarsi fra le colline di Treia, non resta che prenotare una delle camere del primo piano, rusticamente eleganti con tutti i confort del caso.
Il Casolare dei Segreti
Contrada San Lorenzo, 28 • Treia (MC)
Tel. 0733/216441
info@casolaredeisegreti.it
chiuso lunedì e martedì