Musica per veri gourmet
Poteva bastare il salto di due generazioni per cancellare dal dna della famiglia D’Amato l’amore per la cucina? Evidentemente no, giacché Gianni D’Amato ha deciso di votare la sua vita e quella di sua moglie Fulvia Salvarani all’arte culinaria. Dall’Osteria “Dalla Meghina” ad Aulla, dove i bisnonni di Gianni ricevevano la propria clientela prima della Guerra, si passa al direttamente al 1986 sempre ad Aulla, dove vede la luce “Il Rigoletto”: la scommessa creativa e imprenditoriale di Gianni e Fulvia. Giovane ed entusiasta, la coppia dopo dodici anni decide di spostare il ristorante nell’entroterra Reggiano nella bellissima villa settecentesca della nobile famiglia Manfredini in quel di Reggiolo. Uno spostamento premiato negli anni successivi dall’arrivo di due stelle Michelin in rapida successione, a confermare quanta eccellenza i D’Amato hanno saputo proporre sia nei piatti di impeccabile fattura e di straordinari sapori, sia attraverso l’affascinante struttura ricca di quadri e mobili antichi al pian terreno e di elegantissimi arredi contemporanei nelle 4 stanze dell’albergo.
L’estro e la fantasia di Gianni prendono spunto dalla sua passione per le arti figurative.
La scultura ma soprattutto la pittura con i suoi cromatismi scatenano in lui l’impulso creativo e se, come scrisse André Frossard “L’arte è un frammento di contemplazione caduto nella materia”, per Gianni questa materia si traspone nei suoi piatti ispirati dall’arte per trasformarsi in arte della cucina. Quattro menù diversi per godere di queste sue intuizioni: il menù Contemporaneo dove estro e fantasia raggiungono l’apice espressiva; il menù del Territorio con le sue pacate rivisitazioni della tradizione locale; i classici del Rigoletto, cinque piatti a sorpresa; il menù Attuale, un pranzo di lavoro dedicato a chi voglia spizzicare un po’ d’arte in velocità. La carta dei vini redatta e rivisitata da Fulvia in collaborazione con il figlio Federico, già provetto pasticciere, è veramente ampia e variegata con eccellenze da tutto il mondo e un’inclinazione sublime verso le bollicine, in particolare gli Champagne.
Oltre a ristorante, il Rigoletto è anche locanda con quattro bellissime suite, dove l’arte e gli arredi moderni infrangono le antiche vestigia senza deturparle, donando all’ospite la serenità di un passaggio nella campagna reggiana fatto anche di massaggi gourmet! E il nome? Perché Rigoletto?
Un’altra passione di Gianni: la musica lirica e le opere. Sicuramente aver scelto per il ristorante il nome del gobbo di corte finora gli ha portato sicuramente più fortuna di quanta avuta dallo stesso Rigoletto.