lo stato dell’arte ad un anno di distanza dall’introduzione dell’obbligo
dicembre 2011
La fatidica ora X è scattata il 13 novembre dello scorso anno quando la legge n. 120 del 2010 ha imposto l’obbligo di installare gli etilometri e i cartelli con i livelli alcolemici nei pubblici esercizi che somministrano bevande alcoliche e che abbassano le saracinesche dopo la mezzanotte. Troppe morti sulle strade a seguito di incidenti causati spesso da veicoli guidati da soggetti in stato di ebbrezza hanno costretto il legislatore a stringere il cerchio e ad inasprire notevolmente le prescrizioni a carico dei pubblici esercenti. A poco più di un anno di distanza dall’introduzione delle novità normative, quali sono stati gli effetti? I locali pubblici hanno incontrato difficoltà nel rispettare gli obblighi e i divieti? Ne abbiamo parlato con Alfredo Zini, Vice Presidente FIPE-EPAM, titolare di un ristorante a Milano che, per primo, è stato chiamato ad adempiere agli obblighi imposti.
In base alla sua esperienza sul campo, quanti sono in percentuale gli esercenti che hanno osservato l’obbligo di legge?
“Il provvedimento, nel suo insieme, risulta sostanzialmente condivisibile soprattutto per l’obiettivo che si prefigge, ossia ridurre gli incidenti stradali, molti dei quali mortali, dovuti alla guida in stato di ebbrezza. Per facilitare l’osservanza degli obblighi previsti dal nuovo Codice della Strada per i pubblici esercizi la cui attività prosegue dopo le ore 24, la nostra associazione ha dato ampia diffusione, tramite lettere e circolari, alle nuove imposizioni e, assieme a FIPE, ha stipulato accordi con due società produttrici e distributrici di etilotest per facilitarne l’acquisto attraverso anche l’applicazione di sconti agli associati sul prezzo di commercializzazione. Dalle telefonate ricevute e dai riscontri avuti dalle due società, possiamo dire che la totalità dei locali associati a EPAM, interessati dalle nuove disposizioni, ha acquistato per tempo gli etilotest ed esposto le tabelle alcolemiche distribuite gratuitamente dall’associazione stessa. In generale, credo che si possa affermare che almeno l’80/90% degli operatori del settore abbia osservato per tempo l’obbligo di legge”.
Quali sono state le principali difficoltà riscontrate nell’adempimento della normativa?
“Innanzitutto va rilevato che, come spesso succede in questi casi, alcuni operatori si sono mossi nell’immediatezza dell’entrata in vigore delle nuove norme e difficilmente sono riusciti a trovare sul mercato gli etilotest. Pertanto si sono rivolti alle farmacie dove, oltre a pagare prezzi molto elevati per ogni singolo pezzo monouso, spesso si sono sentiti rispondere che erano esauriti. Altre difficoltà derivano dalla scelta del legislatore di determinare l’ora x alle ore 24 quando sappiamo che in molti casi, soprattutto nelle grandi città, si va al ristorante o in pizzeria in seconda serata e, particolarmente in estate, ci si trattiene magari fino a tarda ora al tavolo per conversare piacevolmente mentre vengono ultimate le consumazioni. La nostra associazione si è impegnata a diffondere la cultura della sicurezza tra gli associati trasferendo loro il concetto che, al di là dei meri obblighi di legge, mettere i propri clienti nelle condizioni di conoscere il proprio tasso alcolemico riguarda la sicurezza di tutti e la salvaguardia della vita umana. Secondo questa prospettiva, infatti, EPAM, consapevole del fine sociale della norma, ha sempre sottolineato come gli obblighi di legge non debbano essere avvertiti come un ulteriore aggravio e appesantimento della già complessa gestione aziendale ma come uno strumento importante di responsabilità sociale, valevole per tutti anche qualora non obbligati ad adeguarsi alle norme”.
Avete eventuali suggerimenti da indicare per migliorare le norme dettate in materia di prevenzione degli incidenti stradali?
“La normativa attuale prevede sul fronte della vendita e della somministrazione di alcolici numerose limitazioni. Ricordo che le leggi 125/2001 e 160/2007 prevedono, rispettivamente, il divieto di vendita e somministrazione degli alcolici e superalcolici nelle aree di servizio delle autostrade dalle ore 22 alle ore 06 e la sospensione, per i pubblici esercizi della somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche dalle ore 03. Mentre gli esercizi di vicinato devono interrompere la vendita per asporto di bevande alcoliche e superalcoliche dalle ore 24 alle ore 06. La richiamata normativa prevede, inoltre, sanzioni per chi vende o somministra alcolici su spazi o aree pubbliche diverse dagli esercizi di somministrazione. Con tutta probabilità, pertanto, a fronte di così stringenti prescrizioni, si dovrebbe intervenire su altri fronti; i dati statistici sull’andamento degli incidenti stradali riportano, infatti, inequivocabilmente l’assoluta necessità di dover tenere in debita considerazione anche altri importanti fattori di rischio, oltre all’alcol, che rappresentano la percentuale maggiore di cause di incidenti stradali, ossia il mancato rispetto dei limiti di distanza e di velocità, l’uso del cellulare alla guida, il mancato rispetto dei semafori, i sorpassi vietati, l’insufficiente manutenzione del manto stradale. A livello spontaneo è quasi automatico associare gli incidenti stradali alle condizioni psico-fisiche alterate del conducente, tuttavia, paradossalmente, il connubio tra incidenti mortali e alcol e droga – che di fatto rappresenta solo una piccola minoranza delle cause degli incidenti – spesso agli occhi dell’opinione pubblica si ingigantisce. Per tali ragioni è opportuno ritenere assolutamente condivisibile la legge sull’obbligo dell’esposizione delle tabelle alcolemiche e dei precursori alcolemici per i titolari di pubblici esercizi che restano aperti oltre l’orario di mezzanotte, ma allo stesso tempo come tale norma non possa essere ritenuta il solo unico rimedio preventivo. Occorre intervenire prima di tutto sul rispetto delle regole in via generale, sulla velocità, sui controlli soprattutto nella parte più critica della notte e su tutti i comportamenti scorretti attraverso puntuali verifiche da parte della polizia stradale, operazione che dovrebbe accompagnarsi ad una politica positiva di prevenzione”.