La Valle dell’Adige nel tratto che va dal confine veronese fino quasi alla città di Trento prende il nome di Vallagarina, lontana etimologia tedesca per “la valle dei campi coltivati”. Ed infatti sulle due sponde del fiume il panorama coniuga la natura superba e aspra delle montagne con il lavoro dell’uomo, senza contrasto fra storia e agricoltura.
I vigneti dai primi pendii salgono alle coste più ripide in piccoli appezzamenti accuditi come giardini; i frutteti ordinati sono a fondovalle; a tratti spuntano antichi borghi o isolati masi fortificati o castelli medioevali. Certo, ci sono anche insediamenti industriali e costruzioni moderne, ma nell’insieme prevale la bellezza preservata dei luoghi.
Isera è in mezzo alle vigne, alle porte di Rovereto e conserva un piccolo centro storico con alcuni palazzi padronali dalle facciate dipinte, una manciata di vicoli tipici, i resti di una Villa Romana del II° Secolo a.C. Il paese è piccolo e ordinato, orgoglioso del suo passato ma capace di promuovere il presente con progetti innovativi.
Così, prima di parlare di vino e di vigne, parleremo di ‘energia’ e dei due impianti, unici in Europa, che ad Isera sono attivi per la produzione dell’energia rinnovabile.
Il primo è la barriera foto-voltaica ed antirumore che sta a dimostrare come una infrastruttura utile e necessaria, può essere trasformata in qualcosa di positivo, produttivo ed anche esteticamente piacevole. La barriera costeggia la A22 del Brennero, è lunga 1 chilometro ed è interamente rivestita con pannelli solari e quindi, oltre a svolgere la sua funzione antirumore, produce energia: subito viene da chiedersi perché non ne esistano di simili su tutte le altre autostrade italiane, magari anche al Sud dove il sole non manca!
Il secondo impianto, fra Isera e Nogaredo, è ospitato in una piccola costruzione fra le vigne. Grande poco più di una cabina, è il “futuristico” progetto sperimentale promosso dall’Università di Trento e finanziato dall’Assessorato all’Energia della Provincia Autonoma di Trento, per generare idrogeno da energia foto-voltaica e anche per verificare la convenienza energetica dei vari passaggi necessari per arrivare all’accumulo dell’idrogeno e delle energie rinnovabili, con il loro conseguente utilizzo nei momenti di maggiore richiesta. Così è la Vallagarina: ha cuore, conserva e valorizza il passato, ha testa ed energie per pensieri rivolti al futuro e il tutto si somma nell’armonia di una buona qualità del vivere. Torniamo dunque tra le vigne di Isera, ai 240 ettari di vigneti dove nasce il Trentino Marzemino DOC, il più tipico della Vallagarina e parliamo del Concorso della Vigna Eccellente.
Questo concorso, promosso dal Comune di Isera nel 2001, è stato ideato per premiare il miglior vigneto di Marzemino, qui coltivato nella Varietà Marzemino Gentile. E’ da sottolineare che il premio va alla vigna e non al vino e così i vigneti sono oggetto di attente cure anche sotto il profilo estetico, pertanto alla tutela del centro urbano si somma uguale attenzione per la tutela del territorio agricolo, in armoniche sinergie che contribuiscono a rendere bello il paesaggio.
Nel corso degli anni il Concorso della Vigna Eccellente ha contributo all’ottenimento della sottozona Trentino DOC Marzemino Superiore di Isera e ogni edizione ha registrato un aumento delle iscrizione da parte dei vignaioli. Alla competizione del 2009 erano iscritte 36 aziende agricole per un totale di 221.030 mq di vigneti eccellenti, ripartiti sul territorio Comunale Catastale di Isera e su quello della denominazione Marzemino Superiore.
Il vincitore dell’edizione 2009 è stato Silvio Spagnolli, per il suo vigneto in località Pradaglia. Il Marzemino è un vitigno autoctono che compare in Italia nel XV secolo nella zona di Brescia, Padova e in Friuli. Originario del Caucaso, arrivò in Occidente dalla Turchia, passò in Grecia attraverso le isole di Cipro, Rodi e Creta – dove ancora si coltiva il Verzami che, con il Marzemino, condivide una parte del DNA – proseguì il suo viaggio sulle rotte degli scambi commerciali attivi nel Mediterraneo con la Repubblica di Venezia. Ha colore rubino, profumo delicato con fragranze di frutti di bosco e aromi floreali a cui si aggiungono note speziate di menta. è vino che si accompagna a primi piatti con sughi di funghi, alle carni bianche e rosse, ai salumi e agli insaccati serviti sia caldi che freddi, tutti piatti della cucina tipica lagarina che si trovano, interpretati con cura ed attenzione, alla Casa del Vino dove Luca Bini propone la tradizione con raffinata creatività nelle belle sale del Seicentesco Palazzo de Probizer, nel centro storico di Isera.
Quello della Enoteca Ristorante Casa del Vino è un altro bel capitolo del racconto di Isera. L’idea nasce nel 1996, quando alcuni produttori di vino si associano in una ‘coesione operativa’ per lo sviluppo e per la promozione del loro territorio e stendono uno Statuto che prevede la valorizzazione dei prodotti della terra in uno Spazio di Incontro Speciale che possa creare legami tra i sapori, il vino e le specialità tipiche con gli amanti dei vini del Trentino.
Gli spazi furono messi a disposizione dall’Amministrazione Comunale, l’attività ebbe inizio nel 1999 ed oggi le Aziende Vitivinicole locali che fanno parte della Cooperativa sono 24 e quindi rappresentano oltre il 90% della produzione Lagarina. La Casa del Vino, oltre al ristorante e all’enoteca, ha una sala dedicata ai prodotti tipici ed ancora, entro il 2010 sarà completato il restauro di alcune stanze al piano superiore di Palazzo Probitzer che saranno dedicate all’Ospitalità.
Ma è doveroso citare anche alcuni altri indirizzi eccellenti della zona: sempre nel centro storico di Isera, la “Locanda delle Tre Chiavi” di Sergio Valentini, presidente Slow Food del Trentino che con la moglie Annarita fa cucina di valorizzazione dei prodotti del territorio.
Poco più avanti, a Nogaredo, gestito da Ivano e da Sandrine Dossi, si trova Maso Sasso che si raggiunge con una strada che si inerpica fra i vigneti appartenuti un tempo al Principe Vescovo Paride Lodron.
La struttura, antica e ben restaurata, conserva muri in pietra e balconate in legno ed ha un dehors panoramico che affaccia ad ampio spettro sulla valle. Nel Maso, da poco, anche 5 stanze al piano superiore, arredate con tanto legno e con mobili d’epoca per un’ospitalità accogliente e carezzevole. Nel menu del ristorante i prodotti del territorio, dal Marano Rosso (il granoturco coltivato in proprio e macinato in locanda per la polenta quotidiana) al salame, alla pancetta e alla coppa preparati nel Maso, oppure la trota marinata e affumicata nelle cucine. Abbiamo assaggiato: Orzotto asciutto ai marroni e Marzemino; Zuppa di fagioli rustica con grissino di sesamo e olio d’oliva di Riva del Garda; Carne conza con crauti della tradizione; Strudel di mele e cannella. Pane della casa, (eccellente). Prezzo intorno ai 40 euro incluso il vino.
E per finire, un’altra ospitalità di charme appena nata. Aperto a Natale, il Relais Palazzo Lodron occupa l'intera ala sud di Palazzo Lodron a Nogaredo, una dimora del XVI secolo tuttora abitata dai discendenti della famiglia Lodron. Ai piedi dello sperone roccioso dove si eleva imponente Castel di Corno, nel centro storico di Nogaredo, dalla piazzetta principale si percorre una stradina per un tratto breve in salita e subito un portale ad arco sbarra scenograficamente il cammino; si accede poi all’ampia corte-giardino con alberi secolari, immersa in rarefatte atmosfere fuori dall’affanno dei tempi.
L’accesso al Relais è sul lato a sinistra dell’entrata, le camere sono tutte diverse, hanno soffitti a volta o travi a vista, hanno arredi eleganti e affacciano sul giardino che è opposto alla corte di ingresso. Nelle aree comuni due sale lettura, la ‘Sala di Tribunale’ del '500 con il camino in pietra e i leoni Lodron, che è stata adibita a sala colazione, una zona wellness con piscina coperta che si apre in estate, poi sauna, biosauna ed anche garage.