La consegna della spesa a domicilio apre nuovi scenari nei consumi del cibo. La ristorazione deve fare i conti con un altro mercato in forte crescita
L’olio c’è, la carne c’è, il latte pure e l’insalata è proprio quella che avrebbe scelto la signora Rossi. Eppure la spesa non l’ha fatta lei. Gli spaghetti sono fumanti in tavola. Eppure la signora Rossi oggi non è uscita di casa e non ha acceso né forno, né fornelli. Uno scenario improbabile? No, la quotidianità dell’home delivery.
Nel nostro paese a fare da apripista nel campo delle consegne a domicilio è stata – guarda un po’ – la pizza. Il boom della pizzerie al taglio o al trancio di una quindicina d’anni fa ha trainato con sé anche lo sviluppo della consegna a casa della pizza pronta. Formula che ha visto l’avvento di catene e franchising specializzati, come ad esempio “Pizza Tipico” che vanta oggi centinaia di punti vendita in tutto il territorio, ma adottata anche dalle pizzerie tradizionali. Basta dotarsi di 2 o 3 motorini su cui vengono montati i tipici contenitori termici “a cubo” e si garantisce una consegna veloce nel quartiere. Nello stesso periodo nascevano le aziende specializzate nella consegna porta a porta di gelati e prodotti surgelati. Come Bofrost, diventato ormai leader in 11 paesi europei, con ben 4 milioni di case raggiunte dal servizio.
Quello del home delivery è oggi un mercato in forte crescita che si sta altamente diversificando, guidato dai gusti e dalle necessità alimentari che si sono delineate negli ultimi anni e che si indirizza a tipologie di consumatori diverse e di differenti fasce d’età. La tradizionale suddivisione dei ruoli maschili e femminili anche in Italia si sta lentamente evolvendo favorita dal fatto che (il punto fondamentale è questo) le donne, mamme o singles che siano, lavorano. Ciònonostante tocca quasi sempre a loro occuparsi delle attività domestiche necessarie al mantenimento della casa in condizioni “decorose” e naturalmente anche di cucinare. Diventa perciò difficile dover (e poter) pensare a un menu quotidiano elaborato, variegato e realizzato con prodotti acquistati freschi di giornata.
Il tempo è denaro
Secondo la recente indagine Multiscopo dell’Istat sull’uso del tempo, le donne italiane tra i 20 e i 74 anni sono tra le europee a disporre di meno tempo libero. Nella classifica stilata si trovano al penultimo posto prima delle lituane: possono concedere solo 4 ore e 8 minuti al giorno allo svago o al relax. Per risparmiare almeno il tempo che si impiegherebbe per acquistare alcuni prodotti, sempre piú donne, ma anche uomini che vivono soli o giovani coppie, scelgono la consegna a domicilio. E l’acqua minerale, il vino e i prodotti biologici arrivano direttamente a casa.
Oppure, ancora piú comodo, ci si fa portare tutta la spesa settimanale. Senza la seccatura di sollevare e trasportare i sacchetti pesanti fino al proprio appartamento. E’ questo il servizio di home delivery ormai piú utilizzato. Quasi tutte le grandi catene di supermercati e ipermercati (dalla Sma al Pam, dai GS agli Auchan, eccetera) ma anche molti supermercati locali, offrono questa opportunità. Certo, c’è un piccolo sovrapprezzo per i costi di consegna, che può variare dai 3 ai 7 euro, ma il pensiero comune ai molti consumatori che lo utilizzano sembra essere: “Ma vuoi mettere la comodità?!”. La modalità “tradizionale” della consegna a domicilio è semplicissima: si fa la propria spesa al supermercato, si paga, ma alla cassa si consegnano carrello, scontrino e il proprio indirizzo all’addetto al trasporto. E dopo qualche ora, o nel caso la spesa sia stata fatta nel pomeriggio, la mattina dopo la spesa arriva a casa.
Il fresco a costo zero
Ma non è detto che la consegna a domicilio sia sempre piú cara. La recente iniziativa Spesa a chilometri zero della Coldiretti, organizzazione che raggruppa oltre 500.000 imprese agricole, promuove addirittura l’acquisto porta a porta come soluzione al “caro petrolio”. Ordinando direttamente ai produttori, infatti, si può risparmiare sull’acquisto fino al 50%. L’iniziativa prevede un sistema di fornitura diretta di diversi prodotti alimentari di qualità e legati al territorio, dalla frutta al formaggio, dall’olio al miele, dalla verdura alla carne, alle famiglie che ne faranno richiesta. In questo modo si azzerano i costi del trasporto divenuti sempre piú cari a causa dell’aumento vertiginoso del prezzo della benzina. Il progetto, partito da Ragusa ma destinato a estendersi presto ad altre province italiane, oltre ad avere effetti benefici sull’ambiente riducendo l’inquinamento causato dai camion utilizzati per il trasporto, porterà sulle nostre tavole prodotti decisamente piú freschi.
Solo per la terza età
Per chi invece la spesa a domicilio non rappresenta un servizio aggiuntivo ma una vera e propria necessità è per gli over 75.
I negozi “sotto casa” ormai stanno progressivamente scomparendo e fare la spesa, senza disporre di una rete familiare o sociale di supporto, può davvero diventare un problema. Per questo motivo molti comuni italiani o associazioni Onlus e di volontariato offrono, in collaborazione con i supermercati, servizi di consegna a domicilio per anziani e disabili, senza alcun costo aggiuntivo per il trasporto. Lodevole in questo senso l’iniziativa “La spesa a casa” avviata da qualche anno a Padova dai supermercati Alì (Gruppo Selex) e dall’associazione Onlus Agorà di Civitas Vitae. Il supermercato consegna a domicilio mentre i volontari, anziani cosiddetti “attivi”, offrono un aiuto concreto agli altri anziani nel fare la spesa. Suggeriscono gli acquisti con il miglior rapporto qualità-prezzo ma soprattutto, grazie all’aiuto di nutrizionisti, sono in grado di consigliare gli alimenti piú idonei a costruire una dieta bilanciata “a misura di anziano”.
Un progetto che raggiunge un duplice scopo: aiuta alcuni anziani a sentirsi meno deboli e soli e trasmette un’immagine attiva della “Terza età”, come categoria di persone che hanno ancora molto da dare agli altri.
La spesa in un clic
Ma la vera rivoluzione dell’home delivery alimentare è quella dell’ordine “on-line”, fatto su Internet. Che si tratti del supermercato o del ristorante etnico questo è davvero il trend attuale, destinato a conquistare sempre piú spazi in futuro. Grazie a due parole d’ordine: semplicità e consistente risparmio di tempo. Vuoi fare la spesa dopo l’orario di chiusura, senza uscire di casa, magari sdraiato sul letto, e senza le snervanti file alla cassa o l’estenuante ricerca del parcheggio? Ecco il supermarket on-line. Basta collegarsi al sito, “loggarsi” (cioè entrare con nome e password scelti la prima volta nella fase di registrazione) e riempire il proprio carrello virtuale cliccando sui prodotti desiderati. Certo, non potremo sentire il profumo del melone, la consistenza dei pomodori o sapere se lo yogurt scade dopodomani ma i supermercati cercano di offrire ai propri clienti il miglior servizio possibile e, oltre a descrizioni dettagliate su peso e quantità del prodotto scelto, si impegnano a preparare e confezionare i prodotti freschi appena prima della consegna. Il mercato del settore alimentare on-line italiano è in crescita, sicuramente favorito dalla connessione a Internet “veloce” (cioè a banda larga) e da un minore scetticismo verso i pagamenti on-line con carta di credito che offrono oggi maggiore sicurezza (ma si può pagare anche alla consegna con Bancomat o contanti). Tra le diverse tipologie di e-commerce alimentare, intermediazione per i prodotti tipici e di qualità, vendita diretta da parte dei produttori, il mercato principale secondo il numero delle transazioni è proprio quello del supermercato on-line. I primi ad offrire questo servizio sono stati Esselunga (www.esselunga.it), partito a Monza nel 2001, e Coop (www.e-coop.it). Proprio attraverso Esselunga, che stando ai dati del
Concorrenza a bar e ristoranti
Ma la consegna a domicilio via web non è soltanto home delivery ma anche work delivery: il pranzo arriva direttamente in ufficio. Perfetto per quando non ci si può proprio muovere dalla scrivania o quando si è semplicemente stufi del solito panino del bar giú all’angolo ma non si ha tempo (o voglia) di fare chilometri per andare al ristorante. Ecco che dal proprio computer è possibile ordinare piatti etnici, tradizionali o stuzzichini che vengono consegnati circa un’ora dopo in ufficio. A Roma è attivo il servizio di www.milleunacena.it, a Milano di My Food (www.myfood.it) e My Sushi (www.mysushi.it), la prima “sushi factory” italiana con un servizio di home delivery. Sempre a Milano c’è anche www.tramezzino.it servizio web per uno spuntino sfizioso che offre anche un servizio di “fast-cocktail”. Con solo mezza giornata di preavviso viene consegnata una scatola-vassoio con 48 piccoli tramezzini e completa di tutti gli accessori per un piccolo party in ufficio, dai tovaglioli ai bicchieri, al vino, o spumante, da abbinare. Negli Stati Uniti invece il nuovo trend dei pasti consegnati sulla scrivania è indiano. In India, infatti, la tradizione vuole che anche i pasti consumati in ufficio siano “casalinghi” ovvero preparati dalla moglie, dalla madre o dalla domestica di chi li consumerà. E se questo in India è possibile culturalmente e attraverso un complicato meccanismo di consegna, non lo è per gli indiani che lavorano negli USA. Per questo di recente sono nate imprese che recapitano negli uffici cibo cucinato “a casa”, non da parenti certo, ma da cuochi “non professionisti” perché – sostengono gli indiani – il gusto dei piatti fatti a mano non ha nulla a che vedere con il cibo dei ristoranti. Cibo casalingo con l’home delivery dunque; che possa prendere piede anche da noi? In fondo per molti “come cucina la mamma”…
La dieta a domicilio
Modello americano che invece è stato importato con successo anche in Italia è quello della “dieta a casa”. L’imprenditrice Anna Zocco, ispirandosi a Zonechefs, servizio USA che fa dimagrire a domicilio star di Hollywood del calibro di Demi Moore e Liza Mannelli, ha creato, per tutte le non-vip italiane un po’ in sovrappeso, il servizio Diet-to-go (www.diet-to-go.it). La formula: tramite Internet, o per telefono, si sottoscrive un contratto della durata di minima di due settimane (altrimenti che dieta è?) e si riceve a domicilio una borsa termica che contiene ciò che deve essere consumato il giorno dopo: uno spuntino e tre pasti “ASI”, cioè appetibili, sazianti e ipocalorici. E per il week-end, quando non si fanno consegne, viene fornito un libro con consigli e ricette da seguire. Il servizio è attivo in varie città del Nord-Italia e a Firenze, Sassari e Bari.
Il ricco panorama dell’home delivery offre dunque molteplici spunti e possibilità; con una sola controindicazione per il consumatore: attenzione a non impigrirsi.