Alla confluenza tra il Livenza e il Meduna nasceva, nell’anno mille, un piccolo insediamento di monaci Benedettini, passato poi nel milleduecento ai Camaldolesi che ne fecero il Convento di “San Martino Ripae Ruptae”. Cinque ettari di verde immersi nella campagna pordenonese, con un rigoglioso bosco di piante d’alto fusto che profumavano l’aria quando sbocciava la primavera: questo era l’ambiente di cui godevano i monaci tutti i giorni, ideale per la loro vita meditativa. E queste sono le stesse atmosfere che gli ospiti di Villa Luppis possono vivere oggi, visto che la trasformazione del convento in albergo non ne ha alterato né l’aspetto nè gli ardadici silenzi. Trentanove stanze tra cui undici tra suite e junior suite con piscina, sala fitness e tennis offrono la possibilità di disconnettersi dal mondo con i suoi ritmi frenetici e connettersi con se stessi, restituendo all’uomo la propria centralità. Abitare la storia ha un sapore particolare, e anche questa elegante dimora di campagna della famiglia Ricci Luppis possiede il fascino dello “slow life”. Ecco che allora è facile scoprirsi a passeggiare come monaci tra i viali del parco soffermandosi a contemplare la piccola cappella annessa, oppure varcare la soglia della ghiacciaia del 1200 per degustare uno dei tanti vini che qui affinano pazientemente, o ancora sprofondare nella lettura tra gli arredi d’epoca. La cucina gourmand del ristorante “Lupus in Tabula” che non è riservato ai soli ospiti dell’albergo, offre la squisitezza di piatti regionali misti tra i sapori del Friuli e del vicino Veneto. Vi si possono assaggiare i Cialzons di Timau con crema di burro e salvia oppure una Suprema di Faraona con patate alla cipolla e finire con un semifreddo al moscato con marmellata al frutto della passione. Per coloro che barattano volentieri la quiete e l’otium con il dinamismo dell’apprendimento, la centralità di Villa Luppis permette visite giornaliere al vicino borgo di San Daniele del Friuli dove assaggiare i famosi prosciutti dop, oppure a Pordenone dove spalmarsi il palato con il cioccolato di Peratoner sapientemente raccontato dal suo cultore, Beppe Faggiotto. E poi ancora la musiva Spilinbergo, l’affilata Maniago la Pasoliniana Casarsa della Delizia senza dimenticare le più note Treviso, Oderzo e Venezia: tutte facilmente raggiungibili e ricche di storie da raccontare. Ma al calar del sole ad accogliere i “pellegrini” rimane la quiete ristoratrice di “San Martino Ripae Ruptae”.
Hotel Villa Luppis
Via S. Martino, 34 – 33080 Rivarotta di Pasiano (PN) – Tel. 0434 626969 – Fax 0434 626228 – www.villaluppis.it