Alla fine del XIX° secolo in questo sito c’era l’allora famoso Restaurant La Reserve. La foto d’epoca del complesso è ancora oggi una delle più acquistate della Costa Azzurra. Si trattava di una struttura di grande prestigio che aveva una particolarità unica: nei “contrebas” alla base della facciata c’era una riserva di ostriche e crostacei in un bacino comunicante con il mare. Da qui il nome al complesso che era frequentato da turisti e clientela dotata di mezzi economici importanti. Oltre al chiosco multiuso, dopo qualche anno sul faraglione fu issato addirittura un peschereccio che, subendo però per anni l’onta dei marosi, fu poi demolito nel 1941. Fu allora l’architetto René Livieri ad esser chiamato a dar nuova vita all’insieme, creando “Le Plongeoir”.
Passati 70 anni, la struttura del Plongeoir si è progressivamente deteriorata. Fino a quando il munifico proprietario ha deciso di rivalorizzarla, nel rispetto della sua storia e del suo naturale charme, raro al mondo. Per farlo ha affidato l’incarico al giovane architetto Yann Priout di Mandelieu, che ha curato minuziosamente i lavori per tutta la loro durata: ben tre anni.
Ed ecco il nuovo Plongeoir: mentre il mare gorgoglia o rumoreggia sotto i numerosi tacchi 12, l’eventuale vento di mare non muove la tovaglia, grazie a una leggera ma efficace tensostruttura che, pur essendo aperta ai lati, è architettata in maniera da deviare incredibilmente i venti rispetto ai tavoli per assicurare la tranquillità degli ospiti. Resterà l’afrore del mare, l’eccitante carezza dei finissimi vapori di salino (quando il mare è agitato): sensazioni un po’ “sauvages” e liberatorie: si è a 50 metri dalla terraferma, ma par già d’esser immersi nell’esaltante mondo dei flutti. Un altro fenomeno particolarmente emozionante, almeno la prima volta che si mette piede qui, è vedere le navi che puntano diritte verso il Plongeoir, ovvero verso chi siede ai tavoli sino a un centinaio di metri; ma un momento prima del panico, eccole virare di 90° per entrare ad attraccare placide nel porto di Nice.
L’insieme dell’ex complesso liberty “pied dans l’eau” testimonia quanto i Francesi siano pragmatici quando si tratta di realizzare qualcosa di bello e di magico. Il locale ha ben tre differenti sistemazioni: Le Plongeoir è il ristorante più importante, ha tuga in legno, mobili bianchi e blu dal tono marinaro e raffinato; – Le Rocher: un’ampia moderna struttura con copertura a lame bianche orientabili, con pavimento, tavoli e sedie in teck, cuscini blu; Le Vivier: lo spazio dabbasso che sfiora l’acqua come l’antico vivaio di crostacei, attrezzato con ampi divani e tavoli bassi dove si può bere qualcosa con qualche tapas o piattino, aperto ininterrottamente.
Il patron Marc Dussoullier (foto qui sopra), ha ricevuto nel maggio 2016 il diploma ufficiale di “Maitre Restaurateur” molto ambito in Francia. In cucina Fréderic Maillard, già al Royal Riviera di Beaulieu sur Mer e il suo secondo Simone Speziale assicurano una cucina di qualità. Sia a La Pergola che al Rocher offrono oggi tredici piatti tra i quali: tempura di crevettes, croquettes de riz, crème brocolis; encornets mariné au basilic, texure de courgette au Parmesan; le nostre troffie genois con haricots, pesto, tomates séchée, pommes de terre, Parmesan; loup de la Mediterranée plancha, pommes grenallie et artichauts con olives Taggiasca, jus à la sauge; infine il crémeux au chocolat noir, confit d’orange sanguine et son crumble che è un classico che mette tutti d’accordo. E’ una cucina concreta, con materia prima affidabile, preparata in piatti classici e generosi nelle porzioni. Ecco anche un esempio dei menu del mezzodì: micuit de thon et sa salade aux saveurs asiatique; loup a la Plancha con tartine d’aubergine oignons confits poivrons doux; tarte tatin pommes et ananas. La carta vini offre una trentina di buone etichette adeguate a prezzi non troppo ricaricati. L’accoglienza e il servizio sono solerti e ben eseguiti. Se si viene qui al mezzodì è imperativo non dimenticare gli occhiali da sole e, se si ha il cappello, sorprendentemente il vento di mare non gli darà fastidio, grazie ad una incredibile architettura di vele bianche che lo intercetteranno magicamente. La sera si gode di una vista completa sulla zona del porto, sul lungomare visto dal mare, sull’orizzonte che non sarà un buco nero se si arriva al tramonto.
Il luogo ideale dove attardarsi. E per dormire in zona, l’ex seminario antistante al lungomare, oggi trasformato nell’Hotel 29 (tel. +39 0493 893 957), è il miglior rapporto alta qualità/prezzo della costa.