Nel rinnovato ristorante di Rita e Antonio Mellino
Ed ecco il mare! Celato fino ad oggi dal verde dei ficus enormi, al pian terreno del ristorante, la maggiore fonte di ispirazione di Antonio Mellino si nascondeva agli ospiti per disvelarsi solo a coloro che salivano verso la piscina scavata sulla sommità della roccia prospiciente il Tirreno.
Ora invece la recente elegante ristrutturazione ha lasciato al dehors e alle sale poste al piano terra il ruolo sommesso di accueil appartata e alla scala in cristallo l’elevazione verso un panorama da sindrome di Sthendal e verso l’empireo dell’alta cucina. Qui una sala bianca proiettata direttamente sul mare, albicanti pesci che occhieggiano dal soffitto, arredi essenziali per lasciare spazio solo alla vista sontuosa, costituiscono il contorno a quella cucina che da anni progredisce sicura verso la perfezione. E con soli “4 passi”.
Da sempre sosteniamo l’autorevolezza di questo eccezionale ambasciatore del proprio territorio, da sempre riconosciamo a Tonino una vitalità gastronomica ammaliante, una capacità travolgente di trasmettere i valori unici di questo litorale, che circuisce i sensi come le sirene a cui il borgo di Nerano, dominante Marina del Cantone nel cuore di Massa Lubrense, fa risalire la propria ascendenza mitologica.
La cucina di Tonino è come lui: senza sonno, mai statica, a tratti funambolica anche se sempre in miracoloso equilibrio tra tecnica e cuore.
E come lui non è logorroica, non è autoreferenziale perché sa cogliere gli aspetti essenziali di una tradizione vissuta con rispetto ma senza sudditanze, per tradurli in un linguaggio attuale, brillante, seducente.
I suoi piatti parlano del mondo che ha incontrato nei frequenti viaggi all’estero, dei grandi cuochi che lo hanno ispirato, di quel Giappone che affina il senso estetico e riduce gli orpelli per puntare tutto sul gusto. L’espressione culinaria che ne deriva è autonoma e originale, come sempre avviene quando si parla di grandi chef.
Basta guardare questi piatti per cogliere la loro avvincente espressività, per sentire il profumo del pesce, per godere del colore e del sapore intenso delle verdure, per percepire le sonorità dei fondi e delle salse.
Sono piatti che avevano bisogno della nuova cornice che c’è ora, che volevano vedere il mare lì sotto, a quattro passi dalla sala degustazione, che volevano dire a Rita, la moglie di Tonino, “sii fiera di tutti gli sforzi che avete fatto insieme” e ai due promettenti rampolli Raffaele e Fabrizio, già attivissimi in cucina “siate orgogliosi di continuare la storia di famiglia e di nonno Raffaele”, il pescatore a cui perfino Eduardo De Filippo si ispirò per la commedia Quei Fantasmi.