A 427 metri di strapiombo sul mare della Costa Azzurra con vista sul vicino Cap Ferrat, le mura di questo villaggio situato nell’ex Contado di Nizza furono costruite circa 400 anni orsono, ma è stato nel 1923 che Guglielmo di Svezia (1884-1965) acquistò alcune case sulla sommità di questo nido d’aquila per farne la sua quieta dimora, da allora popolarmente chiamata “Chateau du Prince de Suède”. Qui visse per 30 anni, s’ispirò per alcuni romanzi, visitato a più riprese dalla sua famiglia reale, con la compagnia della mitica Bella Otero, deceduta la quale, nel 1953, il complesso fu venduto e suddiviso in alloggi. Dopo alterne vicende questi furono acquistati e riaccorpati da André Rochat, ginevrino, che creò un albergo/ristorante di prestigio. Fu solo nel 1994 che arrivò un altro nuovo proprietario, Terry M. Giles, che fece del sito un hotel mitico, oggi 5 stelle lusso, tra i più romantici del mondo, con un ristorante rinomato, rinnovandolo poi ancora, nel 2010, con una spesa di 3 milioni di euro assicurandone modernità, eccellenza, lusso ed eleganza. Per facilitare l’accesso degli ospiti a questo ritiro dorato c’è un addetto all’accoglienza dabbasso ai contrafforti; fino a pochi anni fa c’era una … stalla (“spolveratissima”) con asinello che poteva portare a destinazione il “turista” amante del pittoresco. Ora c’è invece un efficiente voiturier che si occupa delle auto e dei bagagli e che raccomanda di prendere con calma, come una passeggiata, la bella ma impegnativa salitina che porta in cima alla rocca, dove sorge, appunto, questo dorato eremo.
L’ingresso è un fondo vicolo dove sorge la reception, poi ci sono dei salottini, poi ancora diverse scale che portano sia alle camere che a salette, bar, salottini e, ovviamente, al ristorante.
Le camere sono tematiche, una assai differente dall’altra e costano dai 150 ai 170 euro, le junior suite 220, le suite 250, ovvero prezzi quasi imbattibili rispetto ad altre strutture di pari blasone e fascino dell’intera Cote. Nove offerte speciali e forfait, reperibili sul loro sito Internet, da 190 ai 730 euro, offrono invitanti “pacchetti”. La sala ristorante dalle vetrate mobili e le sue terrazze a strapiombo, tra le quali una privé con un solo tavolo, offrono una vista impressionante e incantevole, soprattutto al tramonto, quando cambiano i colori ad ogni istante, il mare s’oscura, l’orizzonte s’infuoca, per lasciar posto alle luci scintillanti della Cote a perdita d’occhio e, più tardi, anche al cielo stellato. Qui, dal ’90 in poi, si sono succeduti cuochi conosciuti, tra i quali Dominique Le Stanc, Andret Signoret nei primi anni ’90 fino al ’95, poi Thierry Bagnis fino al 2007 e, dal 2008, Axel Wagner proveniente dal famoso Georges Blanc a Vonnas (3 stelle Michelin). Accomodarsi qui significa anche avere al tavolo un restaurant manager (Antonio) e il somelier, entrambi italiani.
Ecco un menu serale: amuse-bouche; cube de pasteque aigre doux et fine tranche de boeuf facon carpaccio, crustilles de jambon; homard «passion et poivres rares», un lit de jeunes pousses d’épinard; granite de Litchi au gingembre frais, quelques pétales de roses; epaule d’agneau confit au foin de Crau A.O.C., olives ligures et aubergines en condiment; selection de fromages francais affinées par monsieur Hervé Mons, meilleurs Ouvrier de France 2000; declinaison de fraise et rhubarbe. Il tutto al prezzo di 120 euro. Al mezzodì sono disponibili due dignitosi menu a 52 e 62 euro, che fanno impallidire per la loro convenienza molti concorrenti sulla Cote. Le carte vini sono due, di cui una dedicata solamente agli Champagnes.
La carta dei “fermi” ha circa 400 etichette, a partire da 90 euro e i vini vengono serviti anche a bicchiere a 10 euro.
La carta Champagne elenca solo millesimati, una cinquantina, a partire da 190 euro e una coppa di Deutz 2006 costa 28 euro. Una casa con personalità unica, con i profumi dei cespugli del “sauvage” sottostante dardeggiato dal solleone, profumi che la notte si trasformano in intriganti umidori. Sedersi qui al bar d’angolo terrazza significa non trovare mai l’ora giusta per ritirarsi.