Il taglio bordolese è una delle espressioni più celebri dell’enologia internazionale e richiama subito alla mente vini di grande fascino e storia che ci riportano indietro nel tempo, nella regione francese del Medoc.
Il 18 Aprile del 1855, a Parigi, viene scritta la storia di questa area vinicola proprio durante l’Esposizione Universale dove viene presentata la classificazione ufficiale dei vini della Gironda, il punto culmine di una realtà di mercato già esistente da più di un secolo.
Infatti, il termine Bordeaux è diventato simbolo di unicità e di idea del vino nel mondo.
Ma perché taglio?
Perché a livello enologico parliamo di unione o mescolanza di vini di diversi vitigni vinificati separatamente per dare vita, successivamente, ad un unico vino.
Vitigni complementari con caratteristiche e attitudini opposte. Opposte complementarietà per dare regolarità: il merlot è famoso per gli aromi fruttati, la morbidezza e l’eleganza dei tannini; il cabernet sauvignon per la struttura, la bella tessitura tannica, l’acidità e un bouquet di grande finezza espressiva.
Il cabernet franc si distingue per freschezza, profilo austero ed elegante, infine il petit verdot per la sua profondità, per i tannini robusti e per le caratteristiche note speziate.
Ovviamente un vino di così grande successo ha trovato emuli in tutto il mondo e anche in Italia.
Nel nostro Paese è facile pensare a Bolgheri, oggi vera culla dei tagli bordolesi italiani, ma non mancano etichette prodotte anche in altre regioni sia al nord che al sud.
Pochi sanno, infatti, che i primi ad avere prodotto la prima espressione bordolese italiana non è stata l’oramai famosa costa Maremmana, bensì, negli anni 50, la zona di Ciampino, a pochi chilometri da Roma: parliamo del Fiorano Rosso, l’etichetta di punta della Tenuta Fiorano, vino che ha fatto la storia della viticoltura italiana.
Voluto dal principe Alberico, fu il risultato della consulenza dell’enologo Giuseppe Palieri prima, e in seguito anche di quella del noto Tancredi Biondi Santi.
Nel 1961 arriva poi Fojaneghe, nato 60 anni fa in Trentino grazie alla felice intuizione del Conte Federico Bossi Fedrigotti che ha tramandato la passione per la propria terra mediante vini che esprimono gli aromi e i profumi delle Dolomiti.
Ed eccoci arrivati nel 1968, la prima vera annata reperibile sul mercato della leggenda: il Sassicaia del Marchese Incisa della Rocchetta, il grande Premier Cru Bordolese made in Italy. Da lì in poi la storia del mito la conosciamo tutti.
Perciò non solo Lazio, Trentino, Toscana, ma anche altre regioni italiane hanno sperimentato i vitigni classici bordolesi e il loro affinamento in barrique fino ad arrivare, percorrendo fino in fondo il nostro stivale, in Calabria – terra ancora non ampiamente conosciuta nell’ambito vinicolo, ma che a breve avrà la sua rivalsa insieme ai suoi vitigni autoctoni come il Gaglioppo, Magliocco e Greco – dove troviamo un’azienda che ha prodotto e produce il primo Bordo-Calabrese, con uve provenienti da un’antica vigna di quasi 50 anni: si tratta della famiglia Pacelli della omonima Tenute Pacelli.
Quindi se in Francia la regione più nota è Bordeaux, in Italia Bolgheri, per gli Stati Uniti invece?
L’alfiere degli Stati Uniti è la California: da sola produce circa il 90% dell’intera produzione americana e ha raggiunto un’elevata qualità oramai apprezzata in tutto il mondo.
Nella Napa Valley – la zona vitivinicola più famosa della California – si è costruito un vero e proprio stile, lo stile Napa, simbolo di eleganza e potenza, dove l’eleganza stilistica enologica francese si unisce alla forza del frutto californiano.
Da qui nasce, con la vendemmia del 1979 a Oakville,
l’Opus One, icona di armonia ed equilibrio del vecchio e nuovo mondo. Per correttezza cronologica, va detto però che questo vino nacque nel 1970 al Mauna Kea Beach Hotel, sulla Big Island delle Hawaii, dove Robert Mondavi e il barone Philippe de Rothschild si incontrarono per la prima volta e iniziarono la loro collaborazione per fondere il vecchio e il nuovo mondo in un’unica grande opera.
Già dagli anni ’90 Opus One divenne vino cult in Napa Valley, negli Stati Uniti, ma anche in Asia ed in Europa, dove cominciarono a circolare le prime bottiglie.
Il nostro viaggio non può finire senza passare dal Cile, conosciuto anche con il nome di “Bordeaux del Sud”. Questo sta diventando uno dei più importanti paesi viticoli del mondo, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo.
Le regioni vinicole più famose si trovano nella parte centrale del Cile – Valle del Maipo, Valle del Rapel, Valle de Curicò, Valle del Maule – dove si producono vini di qualità che assomigliano a quelli prodotti nella zona francese di Bordeaux.
Allora cos’è Bordeaux?
È il cuore pulsante, il punto d’inizio, l’alba, il preludio, l’origine, le fondamenta, lo start, l’incipit dove tutto ha avuto inizio. L’inizio della storia.
La leggenda del mito che affonda le radici in secoli passati, radici ancora ben salde e vive che continuano a pulsare e a generare nuovi miti, seppur diversi da quelli prodotti centinaia di anni fa.
Miti che reggono allo scorrere del tempo senza essere spazzati via come foglie dal primo soffio di vento chiamato moda.
[Questo articolo è un estratto del numero di gennaio-febbraio 2023 de La Madia Travelfood. Leggilo online oppure abbonati alla rivista cartacea!]