“Le Train des Rois, le Roi des Trains”
Una sbiadita immagine in bianco e nero ritrae una fascinosa nobildonna dal portamento austero, vestita della raffinata eleganza che solamente la Belle epoque seppe esprimere; l’immancabile baule in cuoio odoroso e una cappelliera in tessuto moiré narrano il fugace passare del tempo. L’esile silhouette disegnata dall’abito che si contrappone alla prepotenza delle immense ruote motrici e il vapore che altera il visus dell’aristocratica dama rendono ai posteri l’immortale suggestione. Nell’atmosfera surreale ingenerata dall’immagine stessa e l’insostenibile desiderio di intraprendere il fantastico viaggio sul treno più celebre di tutti i tempi, la mente coglie l’avvicinarsi del dolce e sottile calpestio dei romantici tacchi a rocchetto, che immantinente verrà soffocato dall’urlo violento della vaporiera in procinto di muoversi. Ancora qualche attimo e l’imponente locomotiva incupita di un nero profondo e la solenne teoria di carrozze lucidate a specchio saranno pronte a fendere l’aria inseguendo i binari fra le anguste montagne, come uno sciame di nottule impettite spiegano le ali nella notte più buia.
Georges Nagelmackers, figlio di un ricco e potente banchiere belga, si trovò coinvolto insieme al padre nei progetti di espansione della rete ferroviaria; da qui il passo di progettare confortevoli cabine letto adattabili per lunghi viaggi fu breve e il lungimirante Re del Belgio, Leopoldo II, sostenne l’intrapresa del giovane gentleman che includeva anche lussuosi ristoranti, piano-bar e ampi spazi per socializzare e soddisfare ogni esigenza dei facoltosi globe trotter. Sul “Roi des Trains, Train des Rois”, pronto per entrare nella storia, furono invitate le personalità più influenti che percorsero migliaia di chilometri accanto ai sovrani del Vecchio Continente e del Vicino Oriente. La notizia fece il giro del mondo ancor prima che i fortunati prescelti arrivassero a destinazione con la prima corsa inaugurale.
Gli illustri personaggi, saliti a bordo del magnifico “Train Eclair de luxe” destinato ad entrare nella leggenda, partirono con un invito speciale andata-ritorno dalla Gare de l’Est di Parigi il dieci ottobre del 1882 brindando con calici di champagne nell’elegantissimo salotto viaggiante. Alle ore diciotto e trenta fu inaugurato ufficialmente il primo treno superlusso della storia che giunse a Vienna cinque ore più tardi. Fu anche il primo mezzo di locomozione degno di accogliere re, sultani e i loro seguiti con la possibilità di pasteggiare comodamente senza rinunciare agli eccellentissimi prodotti alimentari preparati dai migliori chef francofoni, alle superbe bollicine di Reims o di Épernay e alle più raffinate posaterie d’argento, porcellane e cristallerie, così importanti e irrinunciabili per lo status dei privilegiati nababbi. Il menu della soirée itinerante contemplava ostriche e champagne non troppo secco in “ouverture” come nel gradimento di allora e proseguiva con haute cuisine francese, budino al cioccolato preparato con polvere di cacao, preziosissima per il tempo, mentre il ricco buffet di ricercati dessert concludeva il convivio prima di proseguire la serata festante nella vettura interamente dedicata al dopocena con piano-bar e degustazione di stupendi distillati invecchiati nei legni più pregiati delle foreste transalpine.
I danarosi galantuomini, potenti magnati per lo più della Britannia e i grandi giramondo dell’epoca attendevano ogni volta con trepidazione di imbarcarsi assieme alle loro compagne verso i minareti dell’esotica e lontana Costantinopoli; la favolosa città più europea dell’Asia e più orientale dell’Europa. Il quattro ottobre del 1883 l’Express d’Orient – chiamato così fino al 1891 – cominciò ufficialmente il suo servizio all’insegna dell’eccellenza.
I primi viaggi pieni di avventurose vicissitudini, a causa dell’assenza di binari al di sopra del corso del Danubio, resero necessario l’ausilio del traghetto e del cambio del convoglio in Romania, oltre al trasbordo su una nave che doveva raggiungere nella mite notte mediterranea il cuore del Sacro Romano Impero d’Oriente. Si attesero ancora sei lunghi anni per il primo viaggio non-stop che collegò la magnifica stazione di Sirkeci, nell’ex capitale ottomana, avvolta perennemente da un incantesimo di suoni, colori e profumi dal fascino ammaliante. Attraverso Strasburgo, Vienna, Budapest e Bucarest pernottando tre notti consecutive fra tessuti damascati, abat-jour di seta rosa, boiserie in mogano, intarsi di madreperla e desinando da gourmet nelle pregevoli carrozze adibite a ristorante, nascevano sovente promettenti progetti d’impresa e nuovi amori travolgenti che, a volte, si intrecciavano con le torbide trame insanguinate di malvagie storie criminose.
Attualmente il viaggio degli affascinanti vagoni in livrea blu-crema-oro della Venice Simplon-Orient-Express dura sei giorni percorrendo la mitica tratta Parigi-Istanbul. I costi del tragitto includono anche due pernottamenti in hotel, visite guidate e spostamenti in alcune capitali, oltre naturalmente ai pasti: iniziando dalla nutrita colazione servita su un pesante vassoio d’argento, fino alla prelibata cena di quattro portate in uno dei tre ristoranti a disposizione. Un’elegante toilette per l’occasione, abito scuro o smoking per lui e da cocktail per lei, renderà onore alla raffinata cena curata in ogni dettaglio dallo chef in persona, per poi proseguire la serata al piano-bar arredato in stile art noveau con un ottimo drink e sottofondo musicale del pianista. Il lunch di tre portate o deliziosi brunch, a seconda del momento e del luogo saranno a disposizione degli ospiti e l’aristocratico afternoon tea sarà servito con premura d’altri tempi dall’impeccabile Cabin Steward nel pomeriggio; nel mentre è quasi un obbligo morale sfogliare il libro più celebre di Agatha Christie, magari acquistato nella boutique della carrozza “Lalique”.
Nella travagliata storia del favoloso convoglio non mancano episodi di realtà romanzesca che hanno alimentato la letteratura di spionaggio e solleticato la fantasia di centinaia di autori in tutto il mondo. Fra i tanti aneddoti e accadimenti riconducibili all’epopea eroica, uno in particolare è ancora rimembrato dalle note struggenti suonate da violinisti magiari durante una sosta dell’albergo viaggiante. Un conte ungarico attese l’arrivo dell’Espresso nel ristorante della stazione di Nové Zámky, nell’odierna Slovacchia, ascoltando estasiato le note coinvolgenti della banda musicale tzigana al punto di disattendere l’appuntamento con il destino. Fu la sua fortuna. Poco dopo la partenza il conte avrebbe perso la vita nello scompartimento prenotato, accartocciatosi su se stesso, a causa di un grave incidente. Ringraziando l’Altissimo, finanziò formazioni di orchestrali che da quel momento accolsero i passeggeri dell’Espresso con un concerto spettacolare, trasformando il triste episodio in una gioiosa tradizione, che sopravvive ancora al transito del Treno sul territorio ungherese.
Quasi centocinquanta anni dopo la prima corsa, la leggendaria parata di carrozze riflette ancora il fascino glamour degli anni venti e incarna il sogno di ogni esclusivo viaggiatore con innato il desiderio di avventura che ha reso intramontabile il mito dell’Orient Express dove, complice l’atmosfera ovattata di uno degli ambienti più seducenti al mondo, plutocrati, trafficanti d’arte, geni della finanza, politici, celebrità e regnanti incrociarono spesso i loro interessi e le loro esistenze. Neppure mancarono scaltre spie internazionali, mercanti di armi senza scrupoli e spietati assassini – confusi con eleganti gentiluomini – che contribuirono ad accrescere l’alone di mistero che avvolge da sempre il Venice Simplon-Orient-Express (VSOE); un monumento che nel 1986 seppe inoltre meritare l’appellativo di Membro d’Onore della prestigiosa Associazione Relais & Châteaux per la sua sofisticata proposta culinaria.
MENU
• Le paillard de saumon roulé aux feuilles d’épinards et son tartare sur une galette d’aubergines
• Le filet de boeuf en salaison à l’aneth, aux baies de genièvreet de coriandre, présenté en carpaccio et en médaillon rôti
• La sauce bordelaise
• Le panaché de petits légumes au beurre d’ Echiré
• Les pommes de terre Anna
• La sélection du maître fromager
• Les fines feuilles au cacao et la chibouste de chocolat blanc
• La salade de fruits rouges au vin parfumé à la cannelle et à la badiane
• Le café de Colombie