La polvere e i calcinacci dell’ennesimo disastro evitabile hanno coperto con la loro tragica pesantezza le oziose dissertazioni estive sul burkini o sui vegani definiti “una setta” da Vissani.
Oggi, dopo aver contato ancora una volta il numero impressionante di vittime incolpevoli, ci si trova di fronte a una realtà purtroppo avvilente: dovremo necessariamente fare il nostro dovere di cittadini consapevoli ed essere vigili noi tutti per evitare che ancora una volta politica e potere giochino sulla vita delle persone e dell’ambiente. Cominciando dai comuni nei quali ognuno di noi risiede.
Ai nostri stessi amministratori dovremmo, infatti, chiedere perché, per soddisfare una parte di elettorato e gli appetiti inesausti delle imprese edili, si continua a consumare suolo, invece di incentivare con opportuni sgravi la riqualificazione e la messa in sicurezza di ogni centro storico, di ogni periferia degradata.
Sul futuro delle nostre città e dell’ambiente in cui viviamo pesa tutto il nostro passato, soprattutto quello sbagliato. Al mondo che guarda la periodica distruzione di intere comunità e di patrimoni artistici di inestimabile valore, alle migliaia di vittime di tutti i terremoti e di tutte le nefaste speculazioni perpetrate fino a oggi, ai sopravvissuti, dobbiamo un cambiamento. Definitivo. Le prossime macerie dovranno essere quelle di un sistema corruttivo da far crollare.